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Un’altra colazione…è possibile

“Fitz e Zelda vanno ai Borri”. Così si chiama questa rubrica e il motivo è semplice: non tutte le notti devono finire in una tavola calda, a raccogliere i frammenti della fiesta appena trascorsa. Fitz e Zelda, nottambuli inguaribili, pattugliatori d’ogni centimetro urbano illuminato, per una volta hanno scelto un altro scenario, un altro modo di far finire la notte, o meglio: di far iniziare il giorno.

La Canonica ai Borri: è da questo incavo di luce che vi salutano oggi. Hanno messo insieme un bagaglio d’avventura e sono partiti per la campagna toscana, ospiti nella Canonica. Tanto casa (Padell&Pappagalli) rimane sempre là. Da queste parti hanno trovato qualcosa che avevano dimenticato. Qui il miele si fa in mezzo alla stereofonia delle arnie. Qui l’olio proviene da ulivi che punteggiano i declivi dolci – che poi, quando soffia la tramontana o lo scirocco o il maestrale un campo di olivi sembra la chioma di un adolescente spazzata dal vento.

Qui le cose scorrono in maniera diversa, insomma, e per questo Fitz e Zelda hanno deciso di trasferire la loro rubrica di cucina da queste parti. E ogni inizio, non può che cominciare con la colazione, voglio dire: una colazione che non sia il rimasuglio di una serata metropolitana; che non sia soltanto un caffè nero.

Qui Zelda può indorare le sue fette di pane integrale – che ormai Zelda da un po’ di tempo a questa parte, da quando è accaduto qualcosa nella sua vita della quale, forse, vi parlerò un’altra volta, insomma, da un po’ di tempo la cara Zelda usa solo farine poco raffinate – con il miele Millefiori che proviene proprio da questa terra.

Fitz s’incanta a vedere il miele che si mescola allo yogurt, che lo abbraccia lentamente. La terra, qui, è una declinazione dell’oro. L’oro “verde” dell’olio, frizzante, che tutti stanno aspettando novembre; l’oro del miele, delle api che sembrano invisibili, ma da qualche parte stanno lavorando.

Il resto della colazione è tutta nella scenografia. La cucina rustica inondata di sole, la luce che sembra fatta di pulviscolo atomico, una meccanica quantistica che ha deciso di rivelarsi proprio ora, qui, in cucina. Il caffè d’orzo che ha sempre quell’odore in bilico fra il premio e lo smacco. Lo yogurt greco, epico, che ha la forza del mito tant’è piacevolmente agro. Se la prendono con calma, i Fitz, e per una volta è giusto che sia così. Fuori, intanto, l’aria mattutina continua a essere quella che hanno percepito ieri, arrivando: una piccola scarica elettrica che ti sveglia e ti mette addosso la voglia di non lasciare che la tua giornata semplicemente rotoli verso la sua conclusione, ma di recuperarla una volta per tutte.

Le attività dell’azienda stanno riprendendo, lentamente. La padrona di casa è già a lavoro, ma di tutte queste cose parleremo. Ho proprio l’impressione che ne sentiremo parlare ancora.

La colazione dei Fitz è composta da:

(Dosi per 2 persone)

  • n.6 Fette di pane integrale
  • 500 g di Yogurt greco
  • Caffè d’orzo (1 caffettiera)
  • Miele q.b. (libertà assoluta, le dosi dipendono dalla fame, dalla persona e dall’abitudine; suggeriamo due spalmate belle abbondanti per ciascuna varietà)